di Françoise Gehring


 

Frida Kahlo, una vita tormentata, appassionata. Una vita legata all’arte. Una forza istintiva e irrequieta che le ha guidato la mano nei suoi dipinti senza compromessi. Meravigliosi, intensi, capaci di dare al dolore un’immagine. Attivista del partito comunista messicano (a cui si iscrive nel 1928), ha rotto tutte le rigidità culturali dell’epoca, per vivere liberamente. Frida muore a soli 47 anni nel 1954. Qualche giorno prima della morte, sul suo diario aveva annotato: «Attendo con gioia la fine e spero di non tornare più».

L’anno scorso Hayden Herrera ha dato alle stampe (Neri Pozza editore) “Frida, una biografia di Frida Kahlo”. Nel 2017 la nona edizione di un libro appassionante, oltre che ben documentato. Herrera ha saputo coniugare bene l’essenza profonda di Frida. Ha saputo restituire un’intimità travagliata, fuori dagli schemi e trasgressiva. L’autrice riesce a indagare in parallelo la storia della donna e la storia della pittrice, con il suo forte attaccamento al Messico e alla sua rivoluzione. Ci parla dei suoi sentimenti verso i suoi numerosi amanti  di entrambi i sessi (persone che nemmeno all’epoca potevano passare inosservati, come il rivoluzionario russo Lev Trockij e il poeta André Breton) e beninteso verso la sua arte, di una bellezza sconvolgente, da cui traspare non solo una immane sofferenza,  ma anche una forza istintiva che si traduce in una creatività dirompente.

Malata, senza la possibilità di muoversi, i quadri di Frida Kahlo sono perlopiù autoritratti e Hayden Herrera – la massima esperta di Frida Kahlo – spiega e descrive molto bene ogni suo dipinto. “Dipingo me stessa – disse Frida – perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio». Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a camminare, con dolori che sopportò per tutta la vita.

Fatta dell’arte la sua ragion d’essere, per contribuire finanziariamente alla sua famiglia, un giorno decise di sottoporre i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore dell’epoca, che sposò nel 1929 (lui era al suo terzo matrimonio). E anche quella fu una storia tormentata. «In vita mia mi sono capitati due incidenti gravi –  disse una volta Frida –. ll primo quando un tram mi ha messa al tappeto… L’altro incidente è Diego».

Frida fu anche un’attivista comunista molto impegnata. Nel 1953 fu tra i firmatari (con Bertolt Brecht, Dashiell Hammett, Pablo Picasso, Diego Rivera, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir) della richiesta di grazia per i coniugi Rosenberg, comunisti americani condannati a morte e poi giustiziati a New York per presunto spionaggio a favore dell’URSS.

Ogni donna porta con sé una forza naturale ricca di doni creatori e creativi, di buoni istinti, di saperi ancestrali, custoditi nell’archetipo della “Donna selvaggia” descritta dalla psicanalista junghiana Clarissa Pinkola Estés nel suo celebre libro “Donne che corrono con i lupi”. Che, in realtà, è molto più di un libro: è un atto di amore nei confronti delle donne; un invito a riappropriasi del lessico femminile attingendo dal pozzo profondo dell’ essere, nella sua singolarità e pluralità; una spinta a riprendere in mano il filo della vita, a riscoprire la propria creatività, a tessere il senso del proprio stare al mondo.

Come? Attraverso atti creativi, con la danza, la meditazione, la scrittura, la pittura, il canto, la preghiera, il disegno, l’immaginazione attiva, la solitudine voluta e cercata. L’arte, nelle sue molteplici sfaccettature e possibilità espressive, è uno degli strumenti – non l’unico – che permettono alla donna di avvicinare il suo territorio – pubblico, privato e segreto – e trovare il contatto con la sua parte più profonda e autentica, con i mondi visibili ed invisibili.

Perché questo è il vero ritorno a casa.


frida1

 

Scheda del Libro

Hayden Herrera

Frida – Una biografia di Frida Kahlo

Edizione Neri Pozza, 2016, Vicenza

 

Presentazione di Neri Pozza

Alla fine degli anni Novanta, New York è tappezzata di manifesti che raffigurano i quadri di Frida Kahlo. Un suo autoritratto viene venduto da Sotheby’s per oltre un milione e mezzo di dollari. A Hollywood si girano film sulla sua vita e i giornali di tutto il mondo la chiamano «la grande Frida» o «la regina di New York». Come se non bastasse, anche il mondo del glamour ne va pazzo: vengono stampate magliette, cartoline, poster con la sua immagine, abiti e gioielli che ne ricalcano lo stile.

Ma chi era veramente Frida Kahlo e perché si parla ancora così tanto di lei? Nata nel 1910 a Coyoacan, in Messico, Frida sembra un personaggio uscito dalla penna di Gabriel García Márquez: piccola, fiera, sopravvissuta alla poliomielite a sei anni e a un brutto incidente stradale a diciotto che la lascerà invalida, con tremendi dolori alla schiena che la perseguiteranno fino alla morte. Nella vita privata e nella produzione artistica, Frida è combattuta tra due anime: il candore, da un lato, e la ferocia, dall’altro; la poeticità della natura contro la morte del corpo. La vita di Frida è un viaggio che affonda nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, in Bosch e Bruegel, ma che subisce prepotentemente il fascino degli uomini più potenti del suo secolo: come il muralista Diego Rivera (marito fedifrago che le rimarrà accanto fino alla fine) o Trockij (di cui diverrà l’amante) o Pablo Picasso (che un giorno, al cospetto del marito, disse: «né tu né io sappiamo dipingere una testa come Frida Kahlo»).

La biografia di Hayden Herrera – la massima esperta vivente di Frida – non è soltanto un’indagine poetica su una delle più grandi pittrici del Novecento. È soprattutto un libro di passione politica, d’amore, di sofferta ricerca artistica. Quella stessa sofferenza che porterà Frida a dipingere ossessivamente autoritratti spietati e nature  morte sensuali, quasi volesse, mettendole sulla tela, strapparsi di dosso le proprie cicatrici e vivere finalmente una vita libera dal passato e felice.

Iscriviti alla newsletter ACP

Per restare sempre aggiornato su eventi e news di controcultura.
Non ami lo spam? Tranquillo, neanche noi!

Grazie per la tua iscrizione, riceverai presto notizie.